Tre mesi di buchi nell’acqua

Una buona notizia: ancora l’accordo non c’è. Ironizziamo, certo, ma il problema è serio e Mattarella ancora spera in una situazione surreale.

L’Italia è spazientita. Mattarella no, pare fidarsi ancora.Ad oggi, giornata limite posta da Mattarella, i due leader con i propri parlamentari non hanno raggiunto alcun accordo.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono saliti al Quirinale per chiedere ancora tempo. Il Presidente della Repubblica, confidando nei due leader, continua a concederlo.

«Più vicino l’accordo o il voto? L’accordo per il voto» parola di Giorgetti, capogruppo leghista alla camera, che liquida con questa battuta i cronisti fuori il Quirinale ad attendere i partiti.

“Momento critico”, ammette un altro dirigente leghista. Dopo una settimana serrata di trattative fatte da numerabili colloqui con il leader pentastellato, Salvini mette in conto il fallimento.

«Io voglio andare fino in fondo eliminando la legge Fornero», dice nella loggia d’onore del Quirinale, subito dopo il colloquio con Mattarella. Ancora: «voglio eliminare l’aumento dell’Iva e l’aumento delle accise. Anzi, il mio impegno era ridurre le accise sulla benzina. Sull’immigrazione le posizioni di Lega e 5 Stelle partono da una notevole distanza. Nel rispetto dei diritti umani, della solidarietà, lo dico da padre di famiglia, mi rifiuto di pensare all’ennesima estate-autunno degli sbarchi, del business dell’immigrazione in saldo. E su questo, se parte il Governo, la Lega deve avere mano libera per tutelare la sicurezza de cittadini italiani e smantellare quello che è un business sulla pelle di queste persone». Conclude, «la legge sulla legittima difesa: ci siamo impegnati ad approvarla e lo dobbiamo fare».

Con queste parole il leader leghista ammette lo stallo ed il possibile fallimento. Schietto e reale ancora di più quando parla della convergenza sul nome del Premier.

L’altro problema fondamentale e primario rispetto al nome del Premier è quello sul “contratto di governo”. Di Maio, uscendo dal Quirinale, ha ammesso che se la divergenza sul contratto alla tedesca non dovesse essere colmata, il governo M5S-Lega non inizierà neppure. Un atto importassimo da cui non si potrà prescindere.

«Stanno cambiando i riti della politica, vengono prima i temi di coloro che ne saranno gli esecutori».

Queste le parole di Luigi Di Maio all’uscita dall’incontro avuto al Quirinale.

La scelta del termine “esecutore”, a parer mio, non sembra casuale, quasi a voler sottolineare e legare a chi chi siederà a Palazzo Chigi alle regole d’ingaggio stabilite dai saggi di M5S e Lega.

Di Maio, conclude, affermando che un premier tecnico sarebbe deleterio come figura.

Preoccuparsi è giusto ma il tempo della scelta del Premier è ancora lontana e non visibile all’orizzonte.

La deadline è stata nuovamente posta. Restiamo in attesta di nuovi scenari.

Autore: L’informatore

Ciao a tutti! Sono Mario Balistreri, studente magistrale in amministrazione e giurisdizione degli enti pubblici, ma anche blogger (scoperto da qualche tempo) che ama leggere e commentare con chi mi circonda gli articoli di maggior rilievo politico, economico e non nel panorama italiano. Sono un ragazzo che vive con laptop in una mano e iPhone nell'altra. Appassionato di politica, diritto nonché tifosissimo del Milan. mi piace viaggiare e condividere. Ho un tono critico e determinato. La mia personalità rispecchia i toni e si mescola ai caratteri di una persona che cerca sempre di lasciare il segno.

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